Noi della Sardinia Survival School immaginiamo la sopravvivenza come un grande albero con tanti rami che corrispondono alle diverse discipline che la compongono.
Uno di questi rami è relativo alla conoscenza ed eventuale utilizzo delle piante e delle erbe spontanee che possiamo trovare nostra Isola ma non solo.
E’ bene conoscere sia piante ed erbe edibili e che all’occorrenza possono darci un supporto alimentare che quelle contenenti dei principi attivi che possono essere utilizzate in ambito fitoterapico; le cosiddette piante officinali.
Bisogna fare molta attenzione e non usare tali doni della natura con leggerezza perchè in alcune piante il confine tra dose di principio attivo curativa e dose mortale è molto labile.
Tra queste piante pericolose ne rientra una che sicuramente ti è capitato di vedere in campagna, forse nei pressi di ruderi o in campi incolti.
E’ una pianta con dei bellissimi fiori a campana, bianchissimi, e con dei frutti spinosi che in estate si aprono lasciando cadere al suolo i semi, numerosissimi e neri come la notte.
Si tratta della Datura Stramonium, conosciuta come erba del diavolo o delle streghe.
Lo Stramonio comune (Datura stramonium) appartiene alla famiglia delle Solanacee, come la Belladonna, la Mandragora e il Giusquiamo, e ha la particolarità di essere altamente velenosa a causa di una elevata concentrazione di alcaloidi (scopolamina, iosciamina, atropina), concentrati principalmente nei semi ma presenti in tutta la pianta.
Il nome erba del diavolo o delle streghe (la pianta è conosciuta con tanti altri nomi tra i quali indormia, noce spinosa, noce puzza, noce del diavolo, mela spinosa, noce velenosa), è riferibile al suo utilizzo come sostanza narcoletica, sedativa e allucinogena, utilizzata in tutto il mondo per usi sciamanici e magico-terapeutici.
In passato venivano principalmente utilizzate le foglie e i semi con azione antispasmodica, antiasmatica, antinevralgica ed antireumatica.
E’ documentato l’uso delle foglie, mischiate con altre erbe medicinali e fumate, per alleviare i sintomi dell’asma bronchiale. La controindicazione era data dalla dipendenza che questo uso della pianta dava ai pazienti.
L’uso dei semi pestati, bagnati con una goccia di limone e ingeriti poi con un bicchiere di vino veniva utilizzato come cura per la depressione mentre l’azione anestetica veniva sfruttata nel corso di interventi chirurgici e riduzione delle fratture.
Il contenuto di alcaloidi varia significativamente nelle diverse parti della pianta (fiori, semi, radice e foglie) anche in base alle diverse stagioni e da esemplare ad esemplare, per cui era estremamente difficile stabilire con certezza la giusta dose di prodotto utilizzabile.
Inoltre gli effetti dello Stramonio sul sistema nervoso centrale sono più accentuati rispetto a quelli delle altre solanacee citate in precedenza, soprattutto nel provocare delirio e allucinazioni. Sbagliando il dosaggio la morte potrebbe sopraggiungere a causa della paralisi della muscolatura respiratoria.
Nella medicina moderna, la Atropina e la Scopolamina presenti nella pianta vengono utilizzate nella terapia del morbo di Parkinson, in oculistica e contro la nausea.
Nei trattamenti delle tossicodipendenze lo Stramonio viene utilizzato per la sua azione di attenuazione degli stati di astinenza.
Curiosità: La scopolamina è stata anche usata come “siero della verità” dai Servizi Segreti, durante la Seconda Guerra Mondiale, per la sua capacità di indurre stati di tipo ipnotico.